I MIEI GIORNI DA POSTULANTE VOLONTARIO

Tra le esperienze più significative dell'anno di postulato trascorso a Giffoni Valle Piana, sicuramente ricorderò il periodo di volontariato. Insieme con un mio compagno sono stato ospite in una casa famiglia di Salerno che accoglie ragazzi con ritardi o malattie mentali, per un periodo di tre settimane sia a febbraio che a maggio.

Sono giunto lì senza grandi aspettative, ma nell'ottica del dono accettavo tutto ciò che Dio aveva riservato per me…e come sempre Lui non smette mai di stupire. E' stata essenzialmente un'esperienza di CONDIVISIONE della loro vita: ho donato amicizia, la voglia di ascoltarli e di essere loro vicino da fratello. Il compito è stato facilitato dall'educatrice che mi ha spiegato sin dall'inizio le problematiche di ogni singolo ragazzo, suggerendomi anche la modalità di approccio, il resto l'ho imparato sul campo.

Il mio piccolo bagaglio di esperienza nell'ambito dell'animazione mi ha aiutato perché, non avendo a disposizione molto materiale didattico bisognava “inventarsi” le attività. I ragazzi amavano molto cantare mentre suonavo la chitarra, disegnare, ogni tanto scrivere o fare dei piccoli conti di matematica. Sono giovani che, spesso, oltre che a vivere con il proprio disagio a livello fisico o mentale, sopportano anche la lontananza e, alle volte, l'abbandono da parte dei famigliari, e per questo è stato bello poter dedicare loro delle attenzioni particolari nel tempo che abbiamo condiviso.

Mi sono sentito utile quando ho insegnato ad un ragazzo down a leggere i numeri a tre cifre, per attaccare le figurine sull'album dei calciatori, o ad un altro a fare le moltiplicazioni; sono tutte piccole cose che, però, mi hanno riempito il cuore di gioia.

Quello che ho donato, comunque, è poca cosa rispetto a ciò che quei ragazzi hanno dato a me. All'inizio li guardavo come dei “casi di studio”, poi, invece, mi sono soffermato sui loro sentimenti, e stando a stretto contatto, mi sono reso conto di quanto siano simili ai cosiddetti “normali”. Le lacrime per la perdita di una persona cara, le gelosie per una carezza data ad un altro, la rabbia per un torto subito, la gioia per un abbraccio ricevuto, sono i sentimenti e le emozioni che ci rendono tutti uomini, tutti FRATELLI.

Mi ha colpito la serenità con cui affrontano la loro vita, che ai nostri occhi sembra così difficile e ricorderò sempre una ragazza dalla storia personale davvero triste, che un giorno con un sorriso a 32 denti ha esclamato “Com'è bella la vita!”. Mi hanno aiutato ad uscire da me stesso, per imparare a vedere il mondo con i loro occhi, e ad essere ancora più sensibile verso coloro che vivono queste problematiche e le loro famiglie.

Infine mi hanno regalato davvero tanto amore, facendomi sentire importante e le lacrime versate al momento dei saluti hanno attestato tutto il loro affetto.

In quest'esperienza ho avuto, inoltre, l'occasione di testimoniare la mia scelta di vita, rispondendo alle domande degli operatori curiosi di conoscere le motivazioni che spingono a lasciare tutto per seguire Cristo, e anche ai ragazzi ho parlato di Gesù attraverso piccole attività in cui si sono lasciati coinvolgere.

Quella che ho conosciuto è uno scorcio di umanità sofferente che, spesso, non trova posto tra le notizie dei telegiornali o sui cartelloni pubblicitari, ma che ha da comunicare al mondo efficientista quanto sia prezioso il dono della vita da vivere pienamente anche se porta con sé una ferita.

Ci sarà sempre un posto nel mio cuore e nelle mie preghiere per tutti coloro che il Signore mi ha fatto incontrare, i ragazzi e gli operatori del centro, con i quali ho stretto belle amicizie, e farò tesoro di tutto ciò che mi hanno donato nella mia vita di ogni giorno.

Lanzellotti Giuseppe

Postulante cappuccino