LA VITA DI SAN FRANCESCO

DALLE FONTI FRANCESCANE

“Una volta uscì nella campagna, a meditare. Mentre passava vicino alla chiesa di San Damiano, che minacciava rovina per la eccessiva vecchiezza, si senti spinto dallo Spirito ed entrò a pregare. Prostratosi davanti all'immagine del Crocifisso, durante la preghiera fu ricolmato da non poca dolcezza e consolazione. E mentre, con gli occhi pieni di lacrime, fissava lo sguardo nella croce del Signore, udì con le orecchie del corpo in modo mirabile una voce che proveniva dalla croce e che per tre volte gli disse: «Francesco, va, ripara la mia casa, che, come vedi, va tutta in rovina». Alla stupefacente esortazione di quella voce mirabile, l'uomo di Dio dapprima rimase atterrito; poi, colmo di gioia e di ammirazione, prontamente si alzò, e si impegnò totalmente a compiere l'incarico di riparare l'edificio esterno della chiesa: ma l'intenzione principale della Voce era diretta alla Chiesa, che Cristo acquistò con lo scambio prezioso del suo sangue, come lo Spirito Santo gli avrebbe insegnato ed egli stesso in seguito avrebbe rivelato ai suoi intimi.”...................................................................(FF 1334)

Carissimo fratello, carissima sorella…

Il Signore ti dia pace! Conosci l'avventura di Francesco e Chiara d'Assisi?

Te la presento con poche battute….

Francesco, di famiglia più che benestante, fino ai 25 anni, dicono le fonti, gli piaceva godersela e cantare, andando a zonzo per Assisi con gli amici, spendendo in festini e divertimenti tutto il denaro che guadagnava o di cui potesse impossessarsi; con un sogno nel cassetto: diventare cavaliere, scoprì il progetto di Dio attraverso il dialogo profondo, personale e quotidiano con Colui che voleva compiere “meraviglie nella sua vita”, nonostante la sua povertà e piccolezza… Davanti a quel crocifisso, Francesco si è sentito amato, perdonato e chiamato davvero. Mai avrebbe immaginato di incontrarsi con Dio in una maniera così semplice, quasi per caso, in quella piccola Chiesa bisognosa di restauro, abbandonata nel silenzio di quel verde bosco.

E' lo stile di Dio. Dove abita Dio? Dio abita là dove lo si lascia entrare. Si è sentito chiamare per nome. Forse Francesco, all'inizio si sarà guardato attorno, sarà corso fuori per vedere se c'era qualcuno che gli voleva fare uno scherzo. Si, era proprio Lui che lo stava chiamando. Incredibile! Pronunciava il suo nome proprio come si fa tra amici. Dio così vicino… Francesco si è lasciato afferrare da Lui e si è messo a disposizione di Dio con tutto il cuore. “Ma Signore, stai proprio perdendo tempo con me? Vuoi avere bisogno di me?

Non si è tirato indietro, non ha accampato scuse, non è fuggito, Francesco. Nella Bibbia, quando qualche uomo veniva chiamato da Dio, rispondeva: “Eccomi!”. Anche Francesco ha pronunciato il suo eccomi. Si è reso disponibile.

Vocazione significa scoprire qualcuno che ti ama infinitamente e vuole fare una storia con te. Significa avvertire questa presenza stupenda di Dio che ti riempie la vita di stupore, di gioia, di amore e dirgli di “si…” semplicemente.

Quando ti incontri con Dio “veramente”, ti viene una gran voglia di fare, di agire, di metterti in cammino.

Si, Francesco d'Assisi aveva un punto debole: i lebbrosi. Al solo vederli gli veniva il mal di stomaco. Ma un giorno accadde qualcosa di straordinario: Francesco ha compreso che con Dio non bisognava dare con il contagocce, “fino ad un certo punto”, “a metà”, ma TUTTO. Dio lo attendeva là… E Francesco in quel lebbroso ha fatto l'esperienza dell'abbraccio di Dio, nascosto in quella miseria d'uomo. Lo ricorda anche nel suo Testamento: “ Quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. Allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo”.

Francesco, all'inizio del suo cammino è stato incompreso, picchiato e perfino rinchiuso in casa come un disgraziato, da suo padre. Ha sofferto. Ha sofferto la derisione degli amici che lo avevano abbandonato; ha sofferto l'incomprensione del Padre. Ha sofferto momenti duri e tremendi. Tuttavia non li lasciò smuovere nel suo proposito e volendo seguire le orme del Signore si spogliò di tutti i suoi averi e li depose ai piedi del padre dichiarando: “D'ora in poi non dirò più padre mio Pietro di Bernardone ma… Padre nostro che sei nei cieli”. Ebbene, Francesco ha commesso questa pazzia nella sua vita. Anzi, lo dirà proprio lui stesso: “Il Signore mi ha rivelato essere suo volere che io fossi un pazzo nel mondo”.

Il suo rapporto con Dio non era sterile, fatto solo di emozioni e di parole… Francesco era pienamente convinto che tutto è dono di Dio, tutto è stato creato dal Padre nostro celeste. Ogni uomo e ogni cosa in Lui è nostro fratello e nostra sorella. C'era anche tanta fatica e lavoro. La sua gioia era la scoperta di un Dio che sapeva prendersi cura di lui. C'era sempre un chiodo fisso nella sua mente e nel cuore: Lui… Gesù! Fu una tensione continua, un cercare di assomigliare sempre di più a Cristo povero e crocifisso! E' stato duro, difficile, umiliante all'inizio, ma Francesco ce l'ha fatta perché in lui operava Cristo. Si innamorò della più nobile, ricca e bella ragazza… madonna Povertà.

Francesco prese alla lettera il Vangelo e lo visse radicalmente, in un tempo in cui nemmeno la Chiesa lo prendeva sul serio. Per Francesco, il Vangelo era una persona: il suo Signore. E' ascoltando durante una messa il brano del vangelo di Matteo che racconta il mandato degli apostoli, che Francesco capisce quale e come dovesse essere la sua strada. Ma per mettere alla prova la sua aspirazione, cioè se provenisse veramente da Dio, volle chiedere conferma al signor Papa.

Molti altri sentirono il desiderio di seguire Francesco. Vivevano insieme, in fraternità, pregavano, lavoravano e andavano due a due per paesi e città a predicare con semplicità e coerenza di vita il Vangelo del Signore. Insieme al Francesco si unì anche una nobile e bella ragazza d'Assisi, Chiara, che volle seguire le orme del Cristo sull'esempio del suo amico.

Francesco amava così tanto il Signore che due anni prima di morire sul monte La Verna ricevette le stimmate di Cristo… “ l'alter cristus” , così lo definiscono i biografi. Laudato sii, mi Signore cum tucte le tue creature!!!

L'esperienza di Francesco e Chiara d'Assisi ci provoca anche oggi…

Hai vissuto qualche esperienza di fede, di preghiera, in cui il tuo cuore batteva per Dio? C'è stato un momento nella tua vita in cui hai sentito “vicino Dio”?

Dio che spazio occupa in te? Quale vocazione vorresti realizzare? Senti che Cristo è l'essenziale e che tutto al suo confronto non ha valore?

Anche Francesco, in alcuni momenti della sua vita, ha avvertito la fatica di seguire il Vangelo fino in fondo… E tu, hai paura di essere preso in giro, di essere emarginato dagli amici se ti decidessi di voler far sul serio con Dio?

Penso proprio che queste domande i nostri cari giovani che hanno intrapreso questa esperienza con noi frati nel convento di Giovinazzo, se le siano poste…

 

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