“I Cappuccini a Campi Salentina  
Tre secoli di storia, fede e cultura”
a cura di Rosa Anna Savoia e Francesco Monticchio.


     Auditorium del  centro fieristico di Campi Salentina

“La Storia, le storie. Documento, favola, racconto”  era il tema, il filo conduttore della  XIVa Rassegna  Nazionale  degli Autori e degli Editori, edizione 2008, che, come ogni anno, si è svolta lo scorso novembre nella Città di Campi Salentina, a cura della fondazione “Città del Libro”.
Le distanze formali e contenutistiche che intercorrono tra la storia e la favola, o il racconto, sono state intenzionalmente azzerate dagli ideatori della rassegna per sottolineare che forme letterarie e percorsi artistici diversi trovano il loro comune denominatore nell’essere tutte espressione dello stesso cammino dell’umanità attraverso i secoli.
 La distinzione grafica tra “Storia” e “storie” (scritte rispettivamente con l’iniziale maiuscola e minuscola) voleva esprimere, probabilmente, la sintesi concettuale delle differenze che intercorrono tra avvenimenti di portata universale ed eventi a rilevanza locale, senza che ciò debba necessariamente risultare riduttivo del valore intrinseco di questi ultimi e del lavoro analitico, di ricerca ed artistico-letterario di chi si occupa di storia locale.
In questo contesto ha trovato la sua collocazione ideale l’uscita editoriale del volume “I Cappuccini a Campi Salentina – Tre secoli di storia, fede e cultura”, a cura di Rosa Anna Savoia e Francesco Monticchio, Edizioni del Grifo.
La sua presentazione ha avuto luogo il 27 novembre, presso l’Auditorium del centro fieristico di Campi Salentina che abitualmente ospita le principali manifestazioni della “Città del libro”.

La sala, occupata quasi per intero nei suoi quattrocento posti a sedere, ha fornito il migliore riscontro su quanto un’opera di storia locale possa esercitare attrattiva e suscitare vivo interesse da parte di un pubblico che ha seguito con attenzione gli interventi che si sono susseguiti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il presidente della fondazione “Città del Libro”, avv. Paolo Mac

Il presidente della fondazione “Città del Libro”, avv. Paolo Maci, ha sottolineato con viva soddisfazione la fortunata coincidenza dell’uscita editoriale di un volume di storia locale, in occasione di una Rassegna Nazionale degli Autori e degli Editori avente per tema la storia nelle sue proteiformi espressioni artistico-letterarie. Egli ha ribadito che la storia locale non ha dignità diversa rispetto a quella rivestita dalla storia che si occupa degli eventi di portata più generale: uguali sono gli strumenti ed i criteri necessari nella ricerca e nella trattazione; differisce semplicemente la messa a fuoco e l’angolo prospettico di osservazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sindaco di Campi Salentina, dr. Pompilio Massimo Como

Il sindaco di Campi Salentina, dr. Massimo Como, porgendo il proprio saluto a tutti gli intervenuti e complimentandosi con gli autori del volume, ha rivendicato con giusto orgoglio la scelta dell’Amministrazione  Comunale, di adottare e sostenere con convinzione un progetto rivolto al recupero di un frammento importante della memoria storica di Campi Salentina. Ha ribadito inoltre come il rapporto che da oltre quattrocento anni lega il popolo campiota ai frati Minori Cappuccini, per i suoi contenuti culturali, morali e religiosi, per l’intimità dialettica con la quale ha sempre trovato espressione, e per la capillarità dei contatti intessuti con i nuclei familiari e le singole persone, ha dato e continua a dare un’impronta  che nobilita in modo rimarchevole l’identità sociale della città di Campi Salentina.

La presentazione storico-letteraria del volume è stata affidata al prof. Mario Spedicato, docente dell’Università di Lecce. Dopo aver tratteggiato i passaggi storici salienti che fanno da cornice ai contenuti ed alle vicende trattati dal libro, con particolare riguardo alle condizioni socio-culturali che favorirono il rapido diffondersi della Riforma Cappuccina in Puglia, il prof. Spedicato ha passato in rassegna i singoli apporti di cui si compone la pubblicazione, sottolineando la corretta impostazione  analitica ed il rigoroso lavoro di ricerca delle fonti documentali.
La manifestazione si è poi conclusa con la presentazione delle mostre documentario- fotografiche ed oggettistiche - “La Provincia dei frati minori cappuccini di Puglia. 5 secoli di storia”, a cura di Rosa Anna Savoia, e “I cappuccini in Terra d’Otranto – sec. XVI-XIX”, a cura di Antonia Protopapa, nel contesto delle celebrazioni dell’anno centenario della rifondazione della Provincia di Puglia.
Al primo impatto, il titolo “I Cappuccini a Campi Salentina – Tre secoli di storia, fede e cultura” potrebbe suggerire l’idea che il volume curato da Rosa Anna Savoia e Francesco Monticchio, abbia  uno scopo prevalentemente celebrativo dei tre secoli di presenza dei Cappuccini a Campi Salentina. Ma basta scorrere l’indice e leggere la concisa e paradigmatica introduzione di fra Vincenzo Criscuolo, eminente storico cappuccino, per lasciarsi convincere che “… il taglio del volume è prevalentemente storico o, meglio, storico-artistico-documentario”, un volume che vuole preservare e valorizzare un tassello di memoria storica popolare.
 Ad unire le diverse sezioni in cui si articola il testo, formando il binario lungo il quale si muovono i vari autori, è il costante richiamo a precise fonti documentali, molte delle quali inedite e frutto della scrupolosa ricerca finalizzata alla stesura dell’opera.


    Auditorium Città del libro


 Ed anche quando, nella sezione “I Cappuccini illustri di Campi Salentina”, il lettore si imbatte in una pagina di puro esercizio letterario agiografico, quale è la biografia del Servo del Signore fra Giovanni Battista da Campi, si tratta in realtà della trascrizione integrale di un documento d’archivio redatto da un annalista coevo, con metodo e stile tendenti a sottolineare la straordinarietà della vita e delle opere di questo umile frate della prima metà del Seicento, deceduto presso il l’ex Convento di S. Elia in concetto di santità.
 L’unica vera concessione al patos, ma senza alterazione di giudizio, la si percepisce tra le righe che disegnano i profili dei tre missionari campioti, p. Giocondo Pagliara, p. Pompilio Ancora e p. Terenzio Romano, uscite dalla penna di Francesco Monticchio il quale, da erede e continuatore del loro operato in Mozambico, assume con il suo contributo il ruolo di testimone più che quello di semplice autore.


       L’assessore comunale Antonio Monticchio e l’impresario Mario Montinaro che ha finanziato l’opera

Il documento d’archivio, il riferimento bibliografico, la testimonianza, rappresentano dunque la via maestra, lungo la quale gli autori si muovono per ripercorrere gli avvenimenti, e costituiscono la materia prima usata per ricostruire i tre secoli di presenza dei cappuccini a Campi Salentina.
 A testimonianza di questa rigorosa impostazione il volume propone una preziosa appendice documentaria, frutto della ricerca di Rosa Anna Savoia, in cui  vengono trascritti integralmente, o nei loro passaggi più significativi, ben 32 documenti quasi tutti inediti, riguardanti i due momenti fondamentali della presenza dei Cappuccini a Campi: quello del loro arrivo nel 1706, a seguito della cessione dell’ex Convento dei Carmelitani, e quello della riacquisizione del Convento, realizzatasi  nel 1919, dopo la confisca dello stesso decretata dai provvedimenti soppressivi degli ordini religiosi del 1866.
In apertura il testo presenta il contributo di Enzo Marangione che funge da cornice temporale e ambientale, offrendo al lettore gli elementi indispensabili per addentrarsi nel periodo storico e gli spunti essenziali per comprendere il contesto socio-culturale e religioso della cittadina di Campi, in cui va a collocarsi l’arrivo dei Cappuccini nel 1706.
Le modalità con cui si realizza il loro insediamento e le vicende che li vedono protagonisti nell’arco di questi tre secoli vengono trattati da Rosa Anna Savoia.
 Le ipotesi ricostruttive o la stessa all’analisi critica degli avvenimenti vengono intenzionalmente evitate. Parlano soprattutto i documenti, gli atti amministrativi, la cronaca conventuale, gli scambi epistolari dei personaggi di rilievo, la lunga lista dei guardiani e dei componenti delle famiglie che si sono succeduti nel Convento.   
Inserita nella scia della formidabile espansione della Riforma Cappuccina in Terra d’Otranto, che va dall’erezione del Convento di Rudie a quello di Alessano (33 Conventi in totale dal 1533 al 1628), la fondazione del Convento di Campi (1706) risulta un evento alquanto tardivo ed isolato e non sufficientemente motivato da nessuno dei documenti reperiti.


 Il professore Mario Spedicato. La dottoressa Rosa Anna Savoia e fra Francesco Monticchio, curatori dell’opera,
   e la dottoressa Maria Rosaria Ingrosso, autrice del  capitolo “Il corredo liturgico”

L’altro momento particolarmente ricco di fascino storico, quello riguardante la riacquisizione del Convento, vede coinvolto attivamente il Terzo Ordine Francescano.
Pagine traboccanti fede e religiosità popolare, oltre a grande umanità  e genuinità d’animo, rinvenute nei registri dell’archivio dell’Ordine Francescano secolare hanno consentito a Rosa Anna Savoia e Sebastiano Giampà di evidenziare il ruolo fondamentale del TOF nel mantenere vivo il seguito al carisma francescano nel popolo Campiota, dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866, contribuendo a ricreare le condizioni ambientali ed a reperire le risorse economiche che permisero il reinsediamento della famiglia Cappuccina a Campi nel 1919.
Importante è il saggio di Luciano Palazzo sull’architettura della chiesa e del Convento dei Cappuccini a Campi. Frutto di indubbia competenza tecnica e passione storico-artistica, offre una lettura dei tre secoli di permanenza dei Cappuccini a Campi attraverso l’esame delle modifiche strutturali, architettoniche e artistiche che nel tempo si sono stratificate e che hanno portato alla veste sotto la quale si presenta attualmente il complesso architettonico della Chiesa e del Convento di Campi.
Completa il volume la lettura di questi tre secoli, attraverso le espressioni artistiche, accumulate nel tempo, rappresentate da dipinti, statue, paramenti e suppellettili sacre. Magistralmente presi in esame, descritti e catalogati da Maria Rosaria Ingrosso con la sensibilità di chi è cosciente che essi, al di là del loro valore artistico, testimoniano principalmente la fede e la cultura religiosa di un popolo.
   
                                                                                          Sebastiano Giampà