GI.FRA.

NOVITA'

MAURIZIO FEDELINI è tornato a parlare alla Gi.Fra di tutta Italia dopo 9 lunghi anni di assenza, in cui ha vissuto “esperienze meravigliose, ed esperienze terribili” tra cui anche la perdita di una figlia; nonostante ciò questo grande presidente, ma prima ancora questo grande uomo, ci ha onorati ancora una volta della sua presenza, elargendo a piene mani il suo amore per noi e la sua esperienza. Comincia il suo discorso ponendo l'attenzione sui vari tipi di amore che possono esistere tra le persone, soffermandosi in modo preciso sull' AMORE OBLATIVO; cosa significa? Il termine oblazione indica l'offerta, donare una parte di sé, quindi privarsene per arricchire l'altro, e molte volte, questo si traduce con il “morire un po'”, a sé stessi e ai propri bisogni; ovviamente la donazione di qualcosa di proprio non è causa di piacere, ma spesso causa dolore e sofferenza, come quando viene espiantato un organo dal proprio corpo, ma è questa l'espressione massima dell'amore che ci trasforma, che supera le difficoltà e va oltre la morte, diventando vita infinita. L'amore non è preoccupazione, ma OCCUPAZIONE, prendersi cura dell'altro, provvedere ai suoi bisogni, caricarsi dell'altro, rinunciando ai propri spazi ed ai propri tempi; gli accorgimenti che dovremmo assumere nei confronti di qualsiasi altra persona sono: -PREMURA come una madre l'uno per l'altro ( “E con fiducia l'uno manifesti all'altro la propria necessità, perché l'altro gli trovi le cose necessarie e gliele dia. E ciascuno ami e nutra il proprio fratello, come la madre ama e nutre il proprio figlio, in tutte quelle cose in cui Dio gli darà grazia” [FF 33])

-RESPONSABILITA'

-RISPETTO nel senso latino della parola “respicere”: guardare l'altro, vedendo e osservando sempre con attenzione i suoi bisogni ed i suoi movimenti, è una forma di amore ancora più sublime.

-CONOSCENZA

Tutto questo si esprime nell'ascolto, disponibile ed interessato, nell'accettazione dell'altro come cosa sacra, riverendosi ed onorandosi, nell'adattamento all'altro senza prevalere e farsi prevalere dall'altro, nell'accoglienza, nella preghiera per l'altro, nella comunicazione ed, infine, nel perdono dell'altro.

Questo discorso è riassumibile nella ben nota parabola del Buon Samaritano, schematizzata in 4 punti:

•  vede il mendicante

•  si avvicina

•  gli fascia le ferite (cura immediata e concreta)

•  lo porta con sé (si carica personalmente della persona)

 

 

Vi ricordo che ci potete scrivere all'e-mail gifragiovinazzo@libero.it, saremo felici di rispondervi.

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